L ’antica via Carleo che costeggia La Millenaria permette in poco più di cinque minuti d’ auto, dieci in bicicletta, di arrivare nel sito archeologico di Roca Vecchia, patrimonio dell’Unesco e sede della Grotta della Poesia.

Il nome de La Poesia deriva dal greco Posia “sorgente d’acqua dolce” che racchiude anche i significati di “rinascita”e “purificazione”.

Le Grotte sono situate nel sito archeologico, migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo le visitano ogni anno.

Tutti le conoscono come piscine naturali tra le più belle al mondo, in verità si tratta di luoghi antichissimi e dal fascino misterioso. 

Le pareti della più piccola delle due grotte carsiche raccontano la storia, uno studioso infatti nel 1983 rinvenne su di esse iscrizioni sacre di epoca messapica risalenti, pare, a più di 2500 anni fa.

Sembra infatti che la grotta fosse un luogo di culto dedicato al Dio Taotor (o anche Tator, Teotor, o Tootor). 

Non solo!

Dagli scavi effettuati a Roca Vecchia che si estende accanto alle grotte de La Poesia, è emerso un imponente complesso fortificato risalente all’età del Bronzo.

Resti (utensili, ceramiche, vasellame) che per familiarità rievocano quelli usati a Micene e nel mar Egeo, tanto che molti ritengono che Virgilio abbia voluto far sbarcare Enea proprio in questi luoghi.

Una città più volte distrutta e ricostruita Roca Vecchia della quale ancora oggi non si conoscono i padri fondatori. 

Nel Medioevo, monaci provenienti dall’Oriente frequentarono e abitarono le grotte scavate nella roccia carsica e utilizzarono, nella zona di Melendugno, altri luoghi di culto e difesa, tra cui anche Masseria La Millenaria.

Poi arrivarono i saraceni 

Agli inizi del XIV secolo, con il diffondersi delle costruzioni fortificate per proteggersi da pirati e dai turchi, anche molte costruzioni della zona nelle vicinanze di Roca Vecchia come La Millenaria vennero fortificate.

Con l’invasione, i Turchi finirono per utilizzare Roca Vecchia come base militare e con essa anche la nostra Masseria, dal cui punto più alto è possibile vedere in lontananza nelle chiare giornate di sole, chi sopraggiunge dalla costa. 

L’archivio che ci avrebbe raccontato di più della nostra bella e antica masseria La Millenaria vicina anche a Otranto è stato trafugato durante l’invasione turca.

Le carte e la storia erano infatti custodite nell’archicenobio idruntino purtroppo distrutto.

Monaci, dame e cavalieri nei loro viaggi da Occidente a Oriente si sono susseguiti nelle stanze de La Millenaria, la quale è situata lungo una strada di passaggio verso il mare che porta a Est.

La Masseria ha certamente ospitato in epoche diverse, culture, lingue e costumi diversi, come del resto continua a fare anche oggi, seppur in una nuova veste.